Premi INVIO per cercare o ESC per uscire
Pomodori Gandini è una delle realtà dell’industria agroalimentare italiana che guarda alla sostenibilità e all'economia circolare non solo come a una necessità utile a garantire il benessere di tutti, ma anche come fattore competitivo per vincere sul mercato e garantire l’alta qualità del prodotto.
Il Premio Futuro Sostenibile per le Imprese voluto da gruppo Tea è stato assegnato quest’anno all'Orticoltura Società Agricola Gandini Antonio di Guidizzolo definita: “Un esempio mirabile di impresa a conduzione familiare che ha saputo coniugare l’alta qualità dei suoi prodotti con un processo continuo di innovazione sostenibile”.
I Pomodori Gandini sono coltivati all’interno di serre tecnologicamente avanzate con un sistema a basso impatto ambientale ed elevata efficienza energetica e produttiva che garantisce il risparmio quasi totale di alcune risorse naturali preziose come il suolo e l’acqua. Il risultato è eccezionale dal punto di vista nutrizionale e per la tutela della nostra salute. I pomodori sono certificati nichel free perché essendo coltivati fuori suolo non assorbono nichel dal terreno. Non è la prima volta che l’azienda viene premiata. Nel 2019 si era già aggiudicata il primo premio per l’Innovazione, nella categoria “nuove frontiere”, indetto da Confagricoltura.
Ma soprattutto i Pomodori Gandini sono buoni.
La storia, la filosofia, la vocazione dell’azienda mantovana si riassume in qualità del prodotto, passione per il proprio lavoro e amore per il territorio e l'ambiente. E ricerca di un metodo unico di coltivazione capace di unire il saper fare bene impresa con il rispetto per la terra e le risorse umane e naturali. A trent'anni da quella prima intuizione che oggi potremmo definire “sentimentale” di Antonio, oggi Pomodori Gandini porta a tavola la qualità e il sapore di un pomodoro genuino, italiano, a KM0, ottenuto con un ciclo produttivo realmente sostenibile.
Mantova Circolare ne ha parlato con Mattia Gandini, responsabile commerciale dell'azienda.
A vederli sembrano comunissimi pomodori, ma già ad assaggiarli, si capisce che sono tutta un'altra storia. Come ci riuscite?
Grazie a tanti anni impegnati in ricerca e innovazione continua, parole che si traducono in azioni concrete come le serre ad alto tasso di tecnologia, un controllo qualità maniacale (ogni pomodoro viene esaminato uno a uno) che nel nostro caso significa sapore, gusto, bontà del pomodoro, elementi che generano la fidelizzazione del cliente perché un consumatore soddisfatto è un consumatore che tornerà sempre a comprare quello fai. E poi un packaging sostenibile che conserva intatta la qualità del prodotto, spreco zero di risorse e zero residui, risparmio idrico, occupazione ottimale del suolo. Azioni che hanno consentito di realizzare un metodo di coltivazione fuori suolo unico al mondo, in agricoltura idroponica all’interno di 55 ettari di serre con controllo automatico del clima e un risparmio del 90% di acqua che viene depurata e reimmessa nel ciclo di produzione. E la ricerca di innovazione verso una produzione interamente sostenibile non si ferma qui: allo studio soluzioni per utilizzare energia pulita per l'alimentazione delle lampade a led delle serre e l’implementazione e produzione di energie rinnovabili per ridurre l’impatto ambientale di tutte le fasi della produzione.
Cosa significa investire in produzione sostenibile?
Significa fare ricorso all'innovazione, conservando intatti i valori e le tradizioni che i nostri genitori ci hanno trasmesso. Quindi amore e passione per il pomodoro, a cui noi aggiungiamo tecnologie avanzate di coltivazione in agricoltura idroponica, anche detta "fuori suolo". Conosciamo bene l’importanza del risparmiare risorse per l’ecosostenibilità del pianeta. Ci piace pensare che tutti i giorni anche noi facciamo la nostra parte.
Il risparmio delle risorse naturali è una delle richieste centrali che si richiede all'industria agroalimentare.
Il sistema idroponico assicura l’utilizzo di suolo e acqua esclusivamente per il fabbisogno della pianta senza sprecarne nemmeno un grammo o una goccia in più. Questo genera a sua volta delle ricadute positive in termini ambientali: suolo ottimizzato significa suolo risparmiato, più fertile perché non sottoposto ad agricoltura intensiva che sappiamo rendere esausto il terreno e. Inoltre abbiamo rinunciato ai trattamenti chimici e all’uso dei fitofarmaci e siamo vicini a raggiungere il residuo zero.
Un altro tema centrale della sostenibilità è l’energia. Dove la prendete e come la utilizzate?
Le nostre serre sono illuminate a lampade led, quindi a basso consumo e alta resa qualitativa sul pomodoro. L’illuminazione artificiale con i suoi cicli di luce programmati ci consente infatti di superare la stagionalità, potendo contare su molte ore di luce sufficienti a garantire l’intera richiesta di prodotto per 365 giorni l’anno. Per il caldo che ci serve abbiamo convertito le caldaie a gas metano con altre alimentate a legna abbandonando completamente il fossile. Anche il packaging e gli imballaggi che utilizziamo sono al 99% compostabili.
Avete la certificazione nichel free. Come ci siete riusciti?
È una conseguenza dell’agricoltura idroponica. Non affondando nel terreno, la pianta non assorbe nichel dalla terra, se non in quantità infinitesimali, pari 0,01 parti per milione, non rilevabili nemmeno dagli strumenti. Anche il trasformato che facciamo, la passata di pomodoro, è nichel free, un risultato eccezionale se si pensa che l’allergia al nichel interessa almeno il 10% della popolazione. Facendo le cose per bene dal punto di vista del risparmio delle risorse naturali abbiamo restituito a moltissimi consumatori il piacere di mangiare pomodori senza nessun rischio per la salute.
La vostra azienda agricola nasce in origine con la produzione di insalata, cavoli e patate. Quando e perché siete passati ai pomodori?
Abbiamo iniziato con i pomodori nel 1994. Abbiamo deciso di specializzarci in questo prodotto perché sul mercato c’era tanta massificazione e appiattimento del gusto e al contempo si avvertiva una grande richiesta di qualità. Noi abbiamo capito che potevamo realizzare un prodotto capace di fare davvero la differenza, e abbiamo deciso di specializzarci. Attualmente produciamo varie tipologie di pomodoro, dodici varietà che vanno dal datterino al ciliegino, dal cuore di bue al costoluto, al mini plum. Adesso stiamo pensando a una nuova tipologia da mettere sul mercato, un pomodoro nero, ricco di antiossidanti, betacarotenoidi, ingredienti importanti per il benessere del corpo, un pomodoro che può essere considerato a tutti gli effetti un superfood. Ogni anno sperimentiamo nuove varietà, immettendo nella produzione solo quelle che ci convincono di più perché capaci di garantire una qualità elevata e di soddisfare il nostro obiettivo principale: fare pomodori buoni da mangiare.
In che direzione sta andando il mercato del pomodoro?
Oggi se ne mangia meno, in termini di chilogrammi, rispetto al passato, ma dai pomodori giustamente si pretende sempre maggiore qualità, benessere nutrizionale, sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare. Lo vediamo anche nella grande distribuzione, dove siamo presenti sia con le nostre etichette sia con le marche del distributore. Diversifichiamo quando è necessario e soddisfiamo tutte le attitudini e tendenze di consumo. E siamo contenti di farlo, perché lo sappiamo fare bene.