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Quattro assi di legno di scarto recuperati in una falegnameria e una saldatrice realizzata alla buona. Alla Plastisac di Gambarara, nell'edificio blu abbellito da una bandiera tricolore (“Sta lì a ricordare che tutto il processo produttivo è realizzato in Italia"), hanno avuto a che fare con l'economia circolare prima ancora che l'azienda nascesse. È il 1962 quando Luciano Bergamaschi, chimico con un passato in Montedison e rappresentante di commercio, visitando i clienti si accorge che sul mercato c'è grande bisogno di sacchetti di plastica. "Perché non produrli?", pensa, e da quelle quattro assi di legname di scarto e quella saldatrice, nasce la Plastisac, che sessant'anni dopo, guidata dai due figli, Mauro e Paolo è impegnata nella produzione di film plastici in polietilene, materiale che va a creare involucri e confezionamenti per il food (confezionamento e imballaggio dei prodotti nelle fasi intermedie di lavorazione), e per il non-food (sacchetti per i rifiuti, compresi quelli compostabili per l'umido, cappucci per avvolgere le merci sui bancali, e bobine di film per il confezionamento automatico dei prodotti, che è il suo punto di forza.