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Pietro Chiaventi, sindaco di Goito: "Dei Prati Stabili non si butta via niente"

Di Silvia Governo

I Prati Stabili sono un perfetto esempio di economia circolare e il sindaco ne va giustamente orgoglioso. Goito è la terra del Grana Padano, una eccellenza di biodiversità e di saper fare italiano, a cui oggi si aggiunge la consapevolezza del mettere a sistema le risorse naturali, acqua, bestiame, latte, foraggio per produrre e ricreare la materia prima in un circolo virtuoso. 

Mantova Circolare ha intervistato il sindaco di Goito, Pietro Chiaventi, che ci racconta l’impegno e la visione della capitale dei Prati Stabili. 

In che modo il suo Comune è sostenibile? Attraverso quali progetti di sostenibilità ed economia circolare?

Nel Comune abbiamo in progetto un grande cambiamento: il nostro territorio è attraversato da una strada che ha una percorrenza di circa 28.000 veicoli giornalieri e stiamo predisponendo una mappatura dei percorsi ciclabili e pedonali in modo che il centro paese possa essere raggiunto sempre più facilmente attraverso mezzi di trasporto green.
Stiamo aspettando altresì l’attivazione delle comunità energetiche per produrre attraverso i nostri imprenditori locali energia pulita sul territorio che possa essere distribuita poi a basso costo ai privati cittadini del paese. Quello che si sta anche valutando sono delle fonti di energia rinnovabili, tipo il biometano, poiché, se gestito correttamente, può essere una risorsa compatibile con il nostro territorio ed in grado di integrarsi con l’economia locale. Il tipo di attività agricola che abbiamo impersonifica essa stessa un modello di economia circolare, in quanto pensata per non buttare via niente. Il sistema prevede che i campi vengano coltivati in funzione dell’allevamento: il loro raccolto viene mangiato dal bestiame e i liquami invece vengono utilizzati per concimare i campi stessi. Il latte prodotto dalle mucche viene poi utilizzato nei nostri caseifici, che tra l’altro sono cooperative sociali, per la produzione del Grana Padano DOP, il quale finisce direttamente sulle nostre tavole.

Quale visione e quale sviluppo vede nel futuro sostenibile del suo Comune?

Un punto fondamentale per noi è poi l’acqua: la risorsa non solo del futuro, ma la risorsa di oggi. Il nostro comune è attraversato dal fiume Mincio, anche in centro paese, e perciò uno sviluppo sostenibile è inevitabilmente legato al rispetto di questo fiume. Già da diversi anni tra i cittadini e il Mincio si è instaurato un rapporto di scambio secondo cui i cittadini rispettano il fiume, che viene a sua volta usato come mezzo di irrigazione dei campi e quindi fonte di sostentamento per gli agricoltori - si pensi che Goito è interessato per il 75% da territori agricoli.
Inoltre, stiamo cercando di attirare un tipo di turismo ecosostenibile, come il cicloturismo, in quanto pensiamo che la nostra storia valga la pena di essere raccontata, come ad esempio la meravigliosa realtà dei nostri prati stabili. Si chiama prato stabile un prato che non viene mai arato, si pensi che ci sono dei prati che non vengono arati anche da due o tre secoli. I prati stabili hanno alle spalle una lunga storia di lavoro, ci sono anche delle certificazioni in merito ed è sicuramente una cosa anomala per i territori agricoli. Parliamo quindi di uno sviluppo del territorio che abbia alla base il rispetto del territorio stesso.

Ci può raccontare un suo personale esempio di Economia Circolare?

Un esempio di economia circolare può essere sicuramente l’attività agricola costituita nel Comune di Goito, capace di racchiudere circolarmente tutta la produzione del nostro territorio. Secondo il nostro modello, gli agricoltori si occupano della cura dei campi, la cui coltivazione genera il foraggio per il bestiame. In seguito, le mucche producono non solo il latte che viene trasformato in formaggio, ma anche il concime utilizzato per la fertilizzazione dei prati stabili. Questo meccanismo provvede quindi a creare sempre sia il raccolto sia il fieno di cui poi questi animali si nutrono. Molte delle nostre stalle possiedono oltretutto installazioni di pannelli fotovoltaici che permettono un’autosufficienza e un autoconsumo energetico, mettendo le basi anche per la valutazione di altre fonti rinnovabili come il biometano e il biogas.