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Mantova in questi giorni è al centro del dibattito sulla transizione verde raccontata dal Seminario estivo di Symbola “Coesione è Competizione. La forza dei Territori nella Transizione verde” che per la prima volta sbarca nella città dei Gonzaga. La città accoglie il Seminario e lancia la sua sfida fatta di talenti, imprese, identità, comunità, filiere, prodotti, eventi, eccellenze. Basta leggere il rapporto presentato da Domenico Sturabotti che di Symbola è il Direttore, dedicato proprio a Mantova, alla Lombardia e ai suoi tanti talenti e primati produttivi, per scoprire come la città e la sua Regione siano ai vertici nella qualità delle imprese italiane, leader in molte specializzazioni produttive, da sempre protagoniste della vita culturale e creativa del Paese, esempi di coesione con le comunità del territorio e di innovazione all’insegna della green economy. Terra di imprese, circa un milione, con quattro milioni e mezzo di occupati, 162 miliardi di esportazioni, la Lombardia è il motore dell’Italia e la prima economia industriale europea. Mantova ne è protagonista nel terziario, nelle costruzioni, nell’agricoltura. Vanta filiere di eccellenza e primati assoluti come nel distretto tessile della calzetteria di Castel Goffredo, nella lavorazione e conservazione delle patate, nella produzione di pannelli di legno riciclato. Sono 39 i settori produttivi in cui la provincia di colloca ai primi 10 posti dell’economia nazionale, dalla siderurgia alla chimica, dalla trasformazione alimentare all’allevamento dei suini alla coltivazione di angurie e meloni. E sono solo esempi.
La transizione verde in questa terra ha alimentato competenze utili alla transizione, una ricca produzione di energie rinnovabili e investimenti importanti nell’innovazione e nella digitalizzazione dei processi produttivi. Solo per fare un esempio, vanta nelle sue stalle la più alta concentrazione di mungitrici automatiche e robot di mungitura. Le imprese che hanno fatto investimenti green in provincia di Mantova sono oltre 3000. E se la coesione è quel fattore competitivo che le imprese sviluppano nella relazione con i propri dipendenti, con il territorio e le altre imprese, oltre il 30% delle imprese del tessuto mantovano risultano essere coesive. Massimiliano Ghizzi, Presidente di TEA, aprendo il convegno ha ricordato la scelta non casuale di essere anche la città del Seminario di Symbola, la fondazione per le qualità italiane nata per unire e dare forza a imprese, comunità e intelligenze che puntano su sostenibilità, innovazione, bellezza: “Mantova è la città dei festival, dalla letteratura agli artisti di strada, dalla divulgazione scientifica alla musica. Con Fondazione Symbola diventa una delle capitali del futuro. Un futuro che grazie ai nostri talenti, a un territorio capace di riconoscerli e valorizzarli e alle imprese, parlerà sempre di più il linguaggio della sostenibilità economica, sociale e ambientale per una crescita a misura d’uomo che mette al centro del suo sistema la cura e la valorizzazione dell’ambiente e delle comunità. Il filo conduttore è il rapporto tra il saper fare della tradizione e la cultura imprenditoriale dell’innovazione. La coesione territoriale è il collante, la competitiva è l’unione”.
Ermete Realacci, Presidente di Symbola: “Trovarsi a discutere di futuro, coesione e competizione a Mantova, significa confrontare idee, visioni e progetti in un luogo fatto di storia e bellezza. L’Italia che fa l’Italia deve sempre partire da luoghi come questi. Nella raccolta differenziata Mantova è seconda in Italia solo a Treviso. Saviola qua è leader mondiale nella produzione di pannelli da legno recuperato. Arvedi è la più grande acciaieria al mondo che ha azzerato le emissioni di CO2. Potrei continuare. Noi siamo un paese criptodepresso, capace di vedere e sottolineare i suoi mali senza risolverli e di non vedere e valorizzare i suoi tanti punti di forza. Produciamo all’ombra dei campanili cose belle che piacciono al mondo, diceva lo storico ed economista Carlo Cipolla. Adesso è il momento delle scelte, delle imprese che devono promuovere e far vedere le loro qualità, servono occhi vivaci e non rassegnati. L’Italia è in condizione di giocare la sua partita e di vincerla. Mantova è un esempio virtuoso. Da un lato è al centro di tanti sistemi produttivi, di territori, di comunità e di imprese che storicamente hanno sempre trovato un percorso comune che le ha unite e aiutate ad essere maggiormente competitive e resilienti nei momenti di crisi. Dall’altro siamo in Lombardia, la Regione italiana dei primati, dove la lotta contro la crisi climatica sta diventando un’idea forte di futuro e competitività. Dobbiamo stare insieme. La coesione è la vera forza del paese. Piero Angela una volta disse a proposito della scuola: cosa ce ne facciamo di ragazzi che prendono voti alti a scuola ma che poi non difendono i più deboli?”. Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia: ”La nostra è la prima Regione per lo sviluppo dell’economia circolare e per la produzione di energia rinnovabili. Troppo spesso ci fermiamo a parlare solo dei nostri problemi senza guardare ai tanti passi in avanti che abbiamo fatto grazie a un tessuto sociale ed economico che investe continuamente nell’innovazione, capace di abbracciare la ricerca, la formazione, le nuove competenze. Le società benefit di cui la Lombardia detiene il primato sono aziende che diventano parte integrante della comunità che, oltre a esercitare un legittimo protagonismo di mercato, esercitano anche quello che potremmo definire protagonismo di comunità aumentando il PIL territoriale nel suo complesso e il suo capitale umano. La Lombardia è perfettamente in grado di raggiungere gli Obiettivi definiti dall’Agenda di Parigi e il Green Deal europeo e possiamo persino anticipare l’obiettivo importantissimo della neutralità ecologica. Dobbiamo però essere messi in grado di competere, non possiamo subire una sterile omologazione che annienta la meravigliosa capacità del nostro Made in Italy di rispondere a tutte le esigenze del mercato senza subirle. Le imprese italiane sono ingegno, ricerca, sviluppo, comunità. Tutti i giorni cercano di migliorarsi e lo fanno lavorando. Poi servono investimenti. La transizione ecologica ha bisogno di risorse economiche ma se l’accesso alla liquidità è complesso non solo non potremo anticipare i tempi ma rischiamo di arrivare in ritardo”.
Alessandro Saviola, Presidente del Gruppo Saviola che quest’anno festeggia i suoi primi 60 anni di storia ha ricordato l’origine della loro conversione industriale che li ha portati nel corso del tempo ad abbandonare l’uso di legno vergine. “Eravamo all’inizio degli anni ’90 quando abbiamo iniziato. La nostra scelta è stata accompagnata dalla crescita contemporanea della filiera della raccolta che ha portato il nostro paese ad avere il primato con tre milioni e mezzo di tonnellate di legno recuperato. Di queste, più di un milione vengono usate nei nostri stabilimenti. Abbiamo iniziato a fare economia circolare ancora prima che si chiamasse così. Ricordo lo scetticismo iniziale dei nostri tecnici di produzione e dei nostri commerciali che cercavano di far desistere mio padre. Mancava ancora il know-how. Oggi il legno post consumo da rifiuto diventa design per i nostri mobili e il nostro arredo”. Il dibattito si è arricchito degli interventi del sindaco, Mattia Palazzi, di Gian Domenico Auricchio – Presidente di Unioncamere Lombardia, di Laura Baccaglioni – Presidente Mantova Festival Internazionali – Festivaletteratura, di Carlo Bottani – Presidente della Provincia di Mantova, di Lorenzo Capelli – Presidente Confartigianato Mantova, di Fabrizio Cardilli – Hydrogen Project Development Director Gruppo Sapio, di Alberto Cortesi – Presidente Confagricoltura Mantova, di Elisa Govi – Presidente API, di Stefano Saglia – Consiglio di Amministrazione ARERA, di Fabio Viani – Presidente Confindustria Mantova e Carlo Zanetti – Commissario Straordinario della CCIAA di Mantova. Tutti hanno raccontato l’identità sostenibile e la qualità mantovana. Tutti i popoli hanno un destino comune ci ha ricordato Papa Francesco. La lezione della sostenibilità ce lo ricorda ogni giorno.